Caselle in Pittari (SA)
Il sito archeologico di Caselle in Pittari (SA), poco distante da Roccagloriosa (SA), nell’entroterra del golfo di Policastro, sorge ai piedi del Monte Centaurino in una posizione particolarmente favorevole in quanto legato, tramite un lungo e stretto vallone dominato dal moderno paese di Sanza, all’itinerario di comunicazione che, attraverso le valli del Bussento e del Mingardo, collega il Vallo di Diano alla costa tirrenica.
Del sito, individuato negli anni Sessanta del secolo scorso da J. de La Géniere, erano noti i resti di una necropoli monumentale della seconda metà del IV sec. a.C., riportata alla luce nei primi anni Ottanta, a nord-ovest dell’insediamento. Indagini più estese, avviate in occasione dell’espianto di un uliveto secolare, furono condotte dalla Soprintendenza Archeologica Territoriale fra il 1990 e il 2006 (fig. 1).
Fig. 1 Caselle in Pittari nell'entroterra del golfo di Policastro
Nel 2014 l’Università degli Studi di Salerno ha avviato un programma di ricerche sistematiche denominato "Caselle in Pittari Archaeological Project" e che è tuttora in corso. L’attività di indagine ha inizialmente riguardato lo studio della documentazione e dei materiali recuperati negli interventi precedenti consentendo di definire meglio le fasi di vita del sito.
Contestualmente sono state effettuate campagne sistematiche di ricognizione di superficie mirate a individuare l’estensione dell’abitato, i cui i dati hanno consentito di chiarire che i suoi limiti non coincidono con quelli del Parco Archeologico ubicato in corrispondenza del pianoro inferiore (Fig. 3). Infatti, rinvenimenti di ampie aree di frammenti ceramici e laterizi, cronologicamente e tipologicamente coerenti con quelli noti dagli scavi, e di resti di strutture murarie documentano l’occupazione a fini abitativi anche del pianoro posto immediatamente a nord dell’area archeologica (cd. Pianoro Superiore), da cui è separato tramite una sella artificiale realizzata per la costruzione di una strada provinciale.
Fig. 2 Caselle in Pittari, i due pianori e la collina della necropoli Fig. 3 Caselle in Pittari, veduta dall'alto dei saggi nel pianoro inferiore
L’abitato occupa un’area a forma di triangolo con il vertice verso sud , dove si incontrano due fiumare (Vallone Grande ad ovest, Vallone Piccolo ad est) che la delimitano sui due lati (Fig. 2). I due corsi d’acqua oltre a favorire l’approvvigionamento idrico, rappresentano vie di comunicazione con la costa: essi infatti si immettono nello Sciarapotamo, affluente del Bussento che, sicuramente navigabile in alcuni tratti fino ai primi decenni del secolo scorso, giunge al mare.
I dati disponibili indicano che l’insediamento sorge intorno alla metà del IV sec. a.C., sebbene labili indizi (tra cui frammenti di ceramica attica) consentano di ipotizzare un’occupazione in una fase più antica, e si struttura fra la fine del secolo e i primi decenni del III sec. a.C. L’abbandono può essere fissato alla fine del III sec. a.C., ed è forse da mettere in relazione alle trasformazioni del comprensorio territoriale Mingardo-Bussento, già in atto nella seconda metà del secolo e che culminano con la nascita della colonia romana di Buxentum nel golfo di Policastro.
Sono stati, finora, portati alla luce parzialmente sei edifici, quattro dei quali organizzati lungo un asse stradale (plateia A) che attraversa il pianoro inferiore in direzione nord-sud ed è intersecato da assi di più ridotte dimensioni est-ovest (stenopos a).
Degli edifici rinvenuti, tre sono case di ampie dimensioni (oltre 400 mq), con planimetrie articolate intorno ad un cortile, mentre uno, per dimensioni e tipologia, può essere interpretato probabilmente come un deposito per attrezzi, un ricovero per animali o comunque una struttura di servizio annessa ad una delle abitazioni, da cui è posto a breve distanza (Figg. 4 e 5); dei restanti due, al momento, sono state scavate piccole porzioni. Gli edifici sono in buono stato di conservazione, con muri conservati in elevato anche per un metro, pavimenti in terra battuta ricoperta da uno stato di cocciame triturato.
Fig. 4: Planimetria degli edifici rinvenuti nel saggio 3. Fig. 5: Particolare dell'edificio IV
Le indagini si sono concetrante su alcuni edifici in particolare:
L’Edificio II o Casa con la tecnica a scacchiera è così denominato per la particolare tecnica impiegata per la realizzazione della facciata principale con blocchi rettangolari alternati a spazi di uguale misura riempiti da blocchetti irregolari (fig. 6).
Fig. 6: Fronte principale dell'edificio II con tecnica a scacchiera
Vi si accede attraverso una rampa in basoli di arenaria e due gradini, che immettono in un vestibolo ai cui lati si sviluppano due coppie di ambienti (Fig. 8). Dal vestibolo si raggiunge un cortile, sul cui versante settentrionale, messo in luce per 18 m, si aprono almeno due vani (Fig. 7).
Fig. 7: Planimetria "Edificio con la tecnica a scacchiera" o Edificio II Fig. 8: Rampa di accesso all'Edificio II
E’ stato ipotizzato, dall’analisi dei materiali, che uno dei vani dell’edificio fosse destinato ad un uso privato, come indicano gli oggetti di ornamento personale rinvenuti insieme a thymiateria (Fig. 9).
Fig. 9: Il thymiaterion rinvenuto all’interno dell’Amb. M dell’Edificio II
L’Edificio III o Casa con il cortile basolato, realizzato con muri in blocchi squadrati conservati in elevato per quasi un metro, consta anche esso di vari ambienti (Fig. 10).
Fig. 10: Caselle in Pittari, planimetria della Casa con il cortile basolato o Edificio III
Quello occidentale (Amb. D) ha il pavimento in basoli irregolari di arenaria con una zona sopraelevata delimitata da muri su cui era probabilmente alloggiata una piccola struttura in terracotta a pianta quadrata di cui non sono stati recuperati i resti, probabilmente un sacrario domestico (Fig. 11).
Fig. 11: Casa con il cortile basolato, particolare del cortile con traccia in negativo del sacrario
Di fronte al sacrario sono stati rinvenuti resti di una trapeza costituita da un masso affiorante foderato da laterizi, su cui era verosimilmente posta una tavola di legno. La posizione di fronte al sacrario nonché il rinvenimento lungo i lati sud ed est di vasi ricomponibili pertinenti a un set da mensa e da cucina (coppe, coppette, skyphoi, lopades, tra cui una di piccole di- mensioni, olle, mortai, brocca e tegame) oltre a rafforzare quest’ipotesi, fissa alla metà del III sec. a.C. il momento in cui fu compiuto l’ultimo rituale forse in relazione all’abbandono della casa.
L’ambiente B, invece, presenta un piano pavimentale in cocciopesto senza malta e, al centro della stanza, traccia di un focolare di forma ovale contenente resti di carbone e di pentole.
Uno degli utlimi scavi ha indagato un altro isolato occupato dal sesto edificio rinvenuto nell’abitato: l’Edificio VI o Casa con l’officina metallurgica.
Durante le indagini sono stati rinvenuti resti che connotano chiaramente la destinazione d’uso dell’edificio, o almeno di una parte di esso, adibito alla lavorazione del ferro (Figg. 12 e 13).
Non si è ancora in grado si affermare se si tratti di una officina o di una casa-officina non dissimile dalle altre, ma caratterizzata da uno spazio riservato alle attività produttive, così come attestato nella vicina Roccagloriosa nell’ultima fase di vita del Complesso A ascrivibile al medesimo orizzonte cronologico.
Fig. 12: Casa con officina metallurgica, planimetria con tracce relative alla lavorazione del ferro Fig. 13: Particolare del setto murario nord sud della Casa con officina metallurgica
Dallo strato di abbandono, esteso su tutta la superficie di scavo, insieme a resti di vasellame e concotto proviene una grande quantità di scorie ferrose di piccole e medie dimensioni (Fig. 14).
Fig. 14: Casa con officina metallurgica, resti di ferro rinvenuti nella fossa A
L'équipe dell'Università di Salerno è tuttora impegnata nelle operazioni di scavo e il sito archeologico di Caselle in Pittari riserverà, sicuramente, ancora nuove scoperte che consentiranno una sempre più completa conoscenza di questo insediamento.
E' possibile seguire la progressione e lo sviluppo delle ricerche e consultare tanti altri contenuti del progetto sulla pagina Facebook ufficiale del "Caselle in Pittari Archaeological Project".
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