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A Christmas gift - concerto dedicato a tutti gli operatori sanitari e agli ammalati / Domenica 20 dicembre 2020
La sera del 20 dicembre 2020, una diretta è stata fata sulla pagina facebook della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Salerno e Avellino. Un regalo di Natale a sostegno di tutti gli ospedali italiani che durante l’anno, hanno vissuto momenti di grande sofferenza per l’emergenza sanitaria legata al Covid-19.
Nel prestigioso Teatro Umberto Giordano di Foggia, in collaborazione con il Comune di Foggia, si è tenuto il concerto A Christmas gift, a cura di Carmine Padula, ventenne pianista e compositore foggiano, vincitore del Premio Rota 2020. Padula è un indiscusso talento nella composizione di colonne sonore per il cinema: a soli 18 anni esordisce in Rai scrivendo le musiche per la nota serie tv Ognuno è perfetto.
Con Padula si esibito il Quartetto Educo, composto dai Maestri Oraziantonio Sarcina, Laura Aprile, Eduardo Caiazza e Daniele Miatto, con Matteo Giammario alle postazioni elettroniche.
Il concerto è stato trasmesso in streaming attraverso il profilo Facebook e il canale Youtube del Teatro Umberto Giordano di Foggia. L'evento era patrocinato dall’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale - MIBACT, diretto da Leandro Ventura, e sostenuto dalla Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio di Salerno e Avellino, diretta da Francesca Casule. All’evento ha preso parte la Fondazione Bambino Gesù, a favore della quale sarà promossa una raccolta fondi per la campagna sociale Abbraccia la Ricerca, progetto a sostegno della ricerca scientifica correlata alle possibili conseguenze del Covid-19 su neonati e bambini.
Durante il concerto sono intervenuti : il Segretario Generale della Fondazione Bambino Gesù, Dott. Francesco Avallone. Lieta di sostenere il progetto c’era anche l’Unicef Basilicata, presieduta dalla Dott.ssa Angela Granata, da sempre impegnata a garantire i diritti dei bambini e degli adolescenti. L’evento musicale è promosso altresì da La Confraternita de’ Musici, rappresentato dal Direttore Artistico M° Cosimo Prontera, particolarmente sensibile alla tutela della salute dei bambini. Franco Landella, Sindaco della città di Foggia definisce questa iniziativa “un momento importante” che, secondo Anna Paola Giuliani, Assessore alla Cultura del Comune di Foggia, “rappresenta la sincera gratitudine e solidarietà dell’Amministrazione Comunale a tutti gli operatori della sanità, che ci hanno consentito di combattere una delle battaglie più dure e impegnative degli ultimi decenni, all’insegna di bellezza e cultura, innovazione e coraggio”.
Commemorazione quarantennale terremoto 1980 – 2020 : “...Una foto al dì”
Iniziativa congiunta della SABAP di SA e AV, settore demoetnoantropologico - responsabile dott.ssa Rosa Maria Vitola - e Archivio fotografico di Avellino - responsabile dott.ssa Paola Apuzza, dell'Istituto Centrale per il patrimonio immateriale e della Provincia di Avellino.
Il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Salerno e Avellino e l’Amministrazione Provinciale di Avellino si sono uniti, virtualmente, per celebrare i quaranta anni del terremoto che colpì duramente l’Irpinia e parte della provincia di Salerno, alle 19.34 del 23 novembre 1980.
Il giovedì 19 novembre 2020, l’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale del Mibact e la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Salerno e Avellino hanno aggiornato, sui rispettivi canali social - Facebook, Instagram e twitter -, il loro importante patrimonio fotografico per tener vivo il ricordo e la memoria, riproponendo immagini della distruzione, dell’urbanistica ormai modificata per sempre, delle comunità violate, di luoghi del ricordo e dell’anima cancellati anche dalla memoria di coloro che vissero quel dramma collettivo.
Nel post terremoto determinante fu il ruolo svolto dalla Soprintendenza per il recupero, la tutela ed il restauro di emergenze architettoniche, storico-artistiche ed archeologiche, attività propedeutiche al ripristino di un’etica della bellezza che seppe riallacciare le trame dell’identità culturale delle popolazioni colpite.
Le immagini dell’ICPI provengono dall’Archivio Fotografico Moderno e dal volume appena edito da Effigi IRPINIA 1980. Evocare il terremoto ripensare i disastri e sono il frutto di due diverse campagne di raccolta sul campo condotte nel post-terremoto. L’anno dopo la scossa, i fotografi del Museo di Arti e Tradizioni popolari documentarono con i loro scatti cosa restava di quei paesi, delle feste, delle comunità e dei patrimoni che avevano conosciuto prima che tutto crollasse e che consegnano alla memoria con preziose testimonianze fotografiche sui quei giorni difficili trascorsi tra le macerie del terremoto dei poveri.
Le testimonianze della Soprintendenza provengono dal proprio Archivio fotografico e sono il frutto di un intenso e capillare lavoro documentario svolto dai fotografi dell’ufficio nell’immediato post terremoto.
La Provincia di Avellino, con lo sguardo rivolto al futuro, ha curato, nell’ambito del proprio ricco cartellone di eventi per la commemorazione, un catalogo fotografico dal titolo Irpinia Sospesa che racconta quarant’anni di ricostruzione dei paesi irpini.
La strategia di comunicazione digital ideata dai tre soggetti istituzionali si basa su un ritmo ben scandito di messaggi post che, pur nella rievocazione del passato, offrono la visione del presente proiettandosi al futuro.
Questa ritrovata collaborazione inter istituzionale è stata cercata e costruita nella ferma volontà, delle Pubbliche Amministrazioni coinvolte, di far si che il ricordo della drammaticità dell’evento e delle profonde ferite che il sisma provocò al territorio, si trasformi in una forte motivazione di intenti comuni per tutelare, valorizzare e promuovere il patrimonio culturale della provincia.
Il Grano e il Pane
Il Progetto Storie di PiantaGrani, promosso dal settore demoetnoantropologico e beni immateriali della Soprintendenza ABAP di Salerno e Avellino, responsabile dott.ssa Rosa Maria Vitola, e stato pubblicato nella rubrica visioni dai territori dall’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale – MIBACT, ed è stato prodotto all’interno del progetto PiantaGrani, un contenitore narrativo che riguarda il cibo, il territorio e tutte le forme, tra cui l’arte, che collegano cibo, ritualità e tradizione e nasce e si sviluppa dall’idea di Loredana Parisi sociologa esperta in comunicazione e appassionata di recupero delle tradizioni gastronomiche.
Il racconto del grano e del pane di PiantaGrani parte dai campi dell’Alta Valle del Sele, situati nell’area dei Sperlonga, nelle fertili Terre di santa Maria come popolarmente definite, dove insiste il Santuario della Madonna della Sperlonga noto per gli affreschi bizantini, per i resti integri di celle di monaci italo-greci e per il sorgere sulla roccaforte che dominava una antica cittadella a ridosso di un ruscello, e si concretizza nel testo dell’antropologo Simone Valitutto Le cuccive di Maggio che racconta l’origine e la motivazione antropologica di un piatto fondamentale sulla tavola primaverile dei contadini e in un video Dialoghi di storia walking tour riguardante la mietitura a mano del grano presso il Santuario della Chiesa della Sperlonga di Palomonte, accompagnata dal seminario itinerante sulle tracce del Monachesimo italo greco a cura della prof.ssa Rosanna Alaggio, Università degli studi del Molise.
Il Cortometraggio Codice Babele #laculturanonsiferma
Al centro del racconto del Codice Babele c'è la terra, il lavoro nei campi, la logica del guadagno che contrasta con l'etica, in un incrocio di storie e di sogni e in una denuncia dei soprusi e dello sfruttamento. Non ci si arrende all'evidenza dell'incomprensione e dell'incomunicabilità, ma si giunge all'integrazione, possibile solo attraverso la consapevolezza che noi siamo tutte le storie del mondo che noi siamo gli antenati e siamo gli eredi, in una unione che ci vede tutti figli della stessa terra.
Insieme al cortometraggio Con gli occhi degli altri, Codice Babele è stato presentato dal CPIA in sinergia con la Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio di Salerno e Avellino nell'ambito di due manifestazioni artistiche, tenutesi il 20 dicembre 2019 presso il Complesso monumentale di San Pietro a Corte e il 24 gennaio 2020 a Palazzo Pinto.
Chiesa Santa Maria de Lama - II Edizione "Passeggiata zampognara sotto il cielo di Luci d'Artista"
Sabato 11 gennaio si è svolta la II Edizione della "Passeggiata zampognara sotto il cielo di Luci d'Artista".
La manifestazione è stata organizzata dalla SABAP di Salerno e Avellino e dal Comune di Salerno, Assessorato alla Cultura, con la partecipazione dell'Associazione Culturale Amici della Zampogna e della Ciaramella "Giuseppe Sacco" di Polla, del Gruppo Folklorico Gregoriano di San Gregorio Magno, dell'Associazione Daltrocanto di Salerno e della Coldiretti di Salerno.
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Carcere Borbonico di Avellino l ’arte della Moda, Apriti Moda e Modi, Viaggio tra Moda, Ricami e Merletti” Promenade con abiti storici / 24 ottobre 2020
Durante la camapagna digitale “L’arte della moda” organizzata dal Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo al termine della Fashion Week e a pochi giorni dall’inizio della settimana del design, il Carcere Borbonico di Avellino ha accolto una promenade in abiti di fine ‘800 grazie alla ricca e pregiata collezione di Anna Marra. Quest’evento, organizzato dalla Soprintendenza ABAP di Salerno e Avellino, con il supporto tecnico scientifico dell’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale – MIBACT, è stato l’occasione per ripercorrere la storia e i costumi delle donne di fine ‘800 e inizio ‘900 attraverso la moda e l’arte.
Un viaggio tra abiti fin de siècle ed una serie di accessori femminili, la raffinatezza dei taffetà lombardi e dei damaschi delle regie seterie borboniche di San Leucio, tra le piume e gli avori dei ventagli e le perline e le borse a mezzopunto ed i cappelli ornati di fiori e nastri colorati, tra la biancheria intima e quella raffinata da corredo, che avrà permesso ai participanti di fare un salto nel pasato.
Carcere Borbonico Avellino - Testo di Paola Apuzza - ì"Di rosso vestita…" / Ottobre 2020
Il reading del racconto "Di rosso vestita...", a cura della Compagnia Teatro degli Eventi di Maurizio Merolla, interpretato da Maurizio Merolla, Antony Delle Donne, Monica Piantedosi ed Elisa Carbone, si è tenuto in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio 2020, presso il Carcere Borbonico di Avellino.
Il racconto breve, scritto da Paola Apuzza, su sollecitazione di Anna Marra, collezionista degli abiti e degli accessori esposti nella mostra Viaggio tra Moda, Ricami e Merletti, inaugurata da questa Soprintendenza il 26 settembre 2020, è uno spaccato di vita della nuova borghesia avellinese e dei primi faticosi tentativi di emancipazione femminile attraverso l’istruzione, negli anni a cavallo tra la fine dell’Ottocento e gli albori del nuovo secolo.
La protagonista della storia è Emma, una giovane che nel 1899, educata da una suora colta ed emancipata e sostenuta da una madre consapevole dei cambiamenti epocali che la società si apprestava a vivere, vuole continuare gli studi e iscriversi all’università. Il pensiero dell’emancipazione femminile sottende le vicende del racconto, mentre la trama è incentrata sugli effetti che tali idee progressiste ebbero in Irpinia dove si scontrarono con una coscienza pubblica ancora inadeguata a comprendere ed accettare cambiamenti strutturali nell’equilibrio sociale prestabilito. Infatti Peppino Attanasio, nella storia padre di Emma, non diede mai il suo consenso all’iscrizione della giovane all’università perché, chiuso nel suo piccolo mondo antico di ricco commerciante avellinese, non riusciva a concepire per la figlia femmina un ruolo diverso da quello storicamente accettato nella società in cui viveva, ovvero il ruolo di moglie e madre.
Il racconto pone particolare attenzione sull’importanza dell’istruzione come base dell’emancipazione della donna e come la limitazione del diritto ad una istruzione superiore, nell’Italia post unitaria, non fosse solo una questione legislativa ma soprattutto sociale e culturale. La svolta nella trama della storia è data dalla visita alla sezione femminile del carcere borbonico di Avellino, dove la protagonista, prendendo coscienza della inadeguatezza della legislazione nel giudizio e nella difesa delle donne colpevoli di reati, decide di iscriversi alla facoltà di legge dell’Università Federico II di Napoli dove, da pochi anni, le donne erano ammesse. Per concederle di realizzare il suo intento la madre Lidia e suor Ermelinda ordiscono un inganno a spese del padre, inducendolo a credere che Emma andava a Napoli per monacarsi.
Il finale - Peppino Attanasio che venuto a conoscenza dell’inganno regala alla figlia un vestito rosso e l’accompagna alla seduta di laurea – simboleggia l’avvio del superamento delle convenzioni borghesi e l’ammissione, sofferta, della necessità di adeguarsi al progresso civile e sociale. Anche l’abito rosso, nella sua iconicità, rappresenta uno strappo alle consuetudini sociali, considerato che il galateo imponeva alle donne nubili e giovani di vestire solo di bianco e colori pastello.
Il racconto si snoda su più livelli narrativi, le litigate di Peppino e Lidia Attanasio, Emma e suor Carmelita, la descrizione del carcere, le storie delle carcerate, Emma all’università. La trama è semplice ma avvincente, i personaggi sono ben caratterizzati dal punto di vista psicologico e descrittivo, anche attraverso l’alternanza della lingua italiana e del dialetto avellinese che serve a dare brio e colore al racconto. Interessante la contestualizzazione storica attraverso i riferimenti a personaggi realmente vissuti nell’Avellino ottocentesca e nella Napoli dei primi del Novecento. La città irpina rivive nel racconto con le sue chiese, conventi, strade e piazze e si anima con i suoi negozi, le sue sarte, ricamatrici, modiste di cappelli, notizie ricavate da un’attenta ricerca sui giornali d’epoca conservati nell’Emeroteca Provinciale. Toccante la descrizione dell’universo femminile rinchiuso dietro le cancellate del carcere e poetica la descrizione del giardino.
Carcere Borbonico, Avellino - Gran Tour “Rosso Vanvitelliano” / 29 agosto 2020
Grande entusiasmo per la tappa avellinese del Gran Tour “Rosso Vanvitelliano”, l’evento che ha segnato la riapertura al pubblico del prestigioso sito architettonico facciendo di esso uno dei sette luoghi protagonisti di del Tour di valorizzazione dei siti storici della Campania progettato e ideato da Ali della Mente e promossa dalla RegioneCampania attraverso la Scabec spa.
Il Grand Tour “Rosso Vanvitelliano”, un viaggio nei siti storici della Campania realmente o idealmente legati all’impronta di ingegno del grande architetto Luigi Vanvitelli, è stato promosso e prodotto dalla Regione Campania attraverso Scabec. Il Grand Tour rosso Vanvitelliano è stato un indimenticabile viaggio nei siti storici della Campania realmente o idealmente legati all’impronta di ingegno del grande architetto Luigi Vanvitelli. Residenze storiche, emblema del potere, della grandezza e dell’ambizione estrema dell’uomo, contrapposte a costruzioni carcerarie d’epoca, spazi di costrizione e di mortificante espiazione della colpa. Luoghi vissuti dall’uomo, un uomo capace di essere regale o mendicante, innocente o colpevole, vittima o carnefice. La forma architettonica e la natura umana, così a confronto, emergono da protagonisti alla luce del rosso vanvitelliano.
Uno spettacolo unico di Storia, Arte, Filosofia e Letteratura dove la costante del rigore architettonico dei siti valorizzati dall’evento, simboli perfetti della capacità edificatrice e della evoluzione tecnica del genere umano, si raffronta con la fluidità della natura del sentimento, attivata da umori e passioni, idee e speranze, amori e delusioni.
Rosso Vanvitelliano è una Trilogia. L’opera, modulata a seconda delle diverse location, si articola in tre forme di rappresentazione appositamente create per garantire in maniera egualmente efficace in ogni Sito il principio di valorizzazione individuato dal Grand Tour: complessi monumentali da scenari immobili e muti trasformati in un avvincente percorso dall’offerta artistica pluridisciplinare tra recitato, danza e musica.
Rosso Vanvitelliano è stato una produzione di Ali della mente teatrale del colore rosso.
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Avella (AV), Parco Archeologico dell'Anfiteatro - "Campus dell'Arte" / 1 luglio - 5 settembre
Dal 1 luglio al 5 luglio il Campus dell’Arte nel parco archeologico dell’anfiteatro di Avella ha programmato diverse attività sia all' aperto, all' ombra nell'area gazebo nelle ore meno calde, sia al chiuso, al fresco, rispettando le misure Anti-Covid.
Ci sono stati: incontri con psicoterapeuta, lettura e comprensione di testi, giochi, supporto scolastico, lezioni di yoga, campus in fattoria e sporting club, giornate dedicate alla musica, incontro con animali da cortile e scuola di equitazione a cura di professionali, videoproiezioni cartoni e film per divertir I bambini.