Artista Lina Pinto - Pollica (SA)
I presepi di Lina Pinto e il CilentoA cura della dott.ssa Rosa Maria Vitola, con il contributo della tirocinante Sara Liguori Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale (DISPAC), Università degli Studi di Salerno. “… Sempre più spesso torno a quel mondo umile, primitivo, capace tuttavia di trasmettere autentiche emozioni, di regalare quel poco di felicità che in ogni luogo, in ogni tempo la natura pur elargisce alle sue creature. Ed avverto prepotente il bisogno di fornire di quel mondo un ritratto sia pure sbiadito, con la speranza che coloro che verranno dopo di me, per un momento almeno vogliano soffermarsi con curiosità, con simpatia su una realtà tanto diversa da quella in cui si trovano a vivere.”Lina Pinto: Odore di lentisco bruciato Edizioni del Centro Promozione Culturale per il Cilento, 2009.
LP: “I volti dei pastori che realizzo hanno la caratteristica nostra, l’impronta della fisionomia cilentana. Nel realizzarli cerco di curare il loro volto facendo in modo che ci sia un poco della loro anima che poi è anche un poco della mia anima, dove è presente il mio rimpianto per un tempo lontano, il ricordo. Quando scolpisco qualche personaggio che mi ricorda o mia nonna o un vicino di casa certe volte mi commuovo nel vederlo venire fuori.”
LP:“Intorno agli anni 90, quando ancora insegnavo nella scuola di Pollica, assieme a qualche collega e agli artigiani di Pollica abbiamo realizzato un presepe grande che abbiamo installato in un locale del Convento Francescano, riproducendo grosso modo i vicoli dei nostri paesi, in scala 1:6, come anche i pastori. Negli anni successivi ho realizzato presepi che ho esposto a Roma, in Vaticano e in Piazza del Popolo, nel Castello Capano di Pollica e altri li ho venduti. Quando arrivò in paese, in quanto nativo di Pollica, il Cardinale di Buenos Aires Quarracino, che in tale veste aveva nominato Bergoglio vescovo di Buenos Aires, gli fecero una grande festa e gli donarono molti regali. Io gli regalai una Mamma cilentana realizzata inizialmente per un presepe. In seguito i suoi parenti mi dissero: “lo sapete che quella Mamma cilentana che avete donato al Cardinale la conserva molto gelosamente perché gli ricorda il suo paese natale”. Di conseguenza tutta la sua famiglia mi ordinò dei presepi.”
LP: "Quello che cerco di fare attraverso il mio lavoro è far rivivere quel mondo ai giovani. Nei miei presepi c’è il cilento che si è fermato prima che arrivasse la civiltà tecnologica, industriale, il boom economico. Questo trapela dai visi, dagli abiti, dalla gestualità ma anche dal contesto riproducendo le piante tipiche mediterranee della zona. Fino agli anni 60-70 eravamo un paese di contadini e pescatori, quando è esploso il turismo non eravamo pronti e abbiamo cercato di sfruttarlo dal punto di vista economico ma non dal punto di vista culturale e artistico."