Artisti
Presepe dipinto di Mario CAROTENUTO - Sala San Lazzaro - Duomo di Salerno
A cura della dott.ssa Rosa Maria Vitola
Con il contributo della tirocinante Sara Liguori - Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale (DISPAC), Università degli Studi di Salerno
Il presepe dipinto di Mario Carotenuto è stato realizzato in collaborazione con la Bottega San Lazzaro, a partire dal 1982, nella trecentesca sala San Lazzaro, annessa al Duomo di Salerno.
M. Carotenuto:"...ricordo che a fine agosto vennero a trovarmi a Minori Peppe Natella e la moglie Adriana chiedendomi un bozzetto per realizzare un presepe. Lì per lì, mi sembrò un'idea folle, perchè allora nessuno faceva più il presepe; ma alla fine accettai, quasi come una sfida con me stesso. Sottoponemmo l'idea al parroco della Cattedrale Don Giovanni Toriello, il quale entusiasta mi mise a disposizione la sala San Lazzaro, con la benevola approvazione dell'arcivescovo, monsignor Gaetano Pollio...".
M. Carotenuto:"...Per la realizzazione del nostro presepe scegliemmo il sistema delle sagome dipinte. Mi ispirai ad un crocifisso rintagliato su una silhouette di stagnola, dipinto a mano, che avevo visto in una strada di Angri. Un'idea che alla fine risultò vincente. Come è accaduto non è facile da spiegare, ma a poco a poco quella che sembrava una tradizione dimenticata è ritornata a ridiventare il centro ideale di tutto il Natale...".
C. Pellecchia: "...Quello di Carotenuto è il presepe degli umili e dei semplici di cuore; si compone di gente comune ancora capace di commuoversi di fronte al mistero del Natale. Non ha lo sfarzo, né la teatralità dei presepi della grande tradizione settecentesca napoletana, dove l'evento straordinario del racconto evangelico è spesso decentrato e confuso nella massa della rappresentazione. I personaggi, che hanno tutti rigorosamente posato dal vivo, dipinti a grandezza naturale, ritratti in abiti moderni, non sono figure ideali, ma uomini e donne che si incontrano ogni giorno per strada, alcuni noti, altri meno. Tutto è visto in una luce ideale in una prospettiva fantastica e spirituale dell'anima. Di anno in anno, sempre nuovi personaggi sono stati ammessi a calcare la scena di quel piccolo mondo immaginato, così che, nel tempo questo teatro di sagome di personaggi reali, ha trasformato la natività in uno specchio della città, colta nell'attimo della natalizia serenità, con i suoi mestieri, le sue attività, gli utensili, i costumi, i gesti, i personaggi del centro storico e dei vicoli che circondano la parrocchia di San Matteo. In questa novella Betlemme è assemblata con estremo realismo un umanità composita di uomini e donne, di giovani e vecchi, di gente del popolo con la sua anima verace insieme ai volti istituzionali, ai borghesi e agli intellettuali."
Galleria fotografica :
Testi di Corradino Pellecchia tratti da:
Mario Carotenuto, il Presepe dipinto 1982-2017. Ed. Segno Associati.
Pubblicazione realizzata in memoria di Peppe Natella a cura della Bottega San Lazzaro.
I presepi di Lina PINTO Pollica (SA)
A cura della dott.ssa Rosa Maria Vitola
Con il contributo della tirocinante Sara Liguori : Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale (DISPAC), Università degli Studi di Salerno.
capace tuttavia di trasmettere autentiche emozioni, di regalare
quel poco di felicità che in ogni luogo, in ogni tempo
la natura pur elargisce alle sue creature.
Ed avverto prepotente il bisogno di fornire di quel mondo
un ritratto sia pure sbiadito,
con la speranza che coloro che verranno dopo di me,
per un momento almeno vogliano soffermarsi con curiosità,
con simpatia su una realtà tanto diversa da quella in cui si trovano a vivere.”
Lina Pinto: Odore di lentisco bruciato
Edizioni del Centro Promozione Culturale per il Cilento, 2009.
LP: “I volti dei pastori che realizzo hanno la caratteristica nostra, l’impronta della fisionomia cilentana. Nel realizzarli cerco di curare il loro volto facendo in modo che ci sia un poco della loro anima che poi è anche un poco della mia anima, dove è presente il mio rimpianto per un tempo lontano, il ricordo. Quando scolpisco qualche personaggio che mi ricorda o mia nonna o un vicino di casa certe volte mi commuovo nel vederlo venire fuori.”
LP:“Intorno agli anni 90, quando ancora insegnavo nella scuola di Pollica, assieme a qualche collega e agli artigiani di Pollica abbiamo realizzato un presepe grande che abbiamo installato in un locale del Convento Francescano, riproducendo grosso modo i vicoli dei nostri paesi, in scala 1:6, come anche i pastori. Negli anni successivi ho realizzato presepi che ho esposto a Roma, in Vaticano e in Piazza del Popolo, nel Castello Capano di Pollica e altri li ho venduti. Quando arrivò in paese, in quanto nativo di Pollica, il Cardinale di Buenos Aires Quarracino, che in tale veste aveva nominato Bergoglio vescovo di Buenos Aires, gli fecero una grande festa e gli donarono molti regali. Io gli regalai una Mamma cilentana realizzata inizialmente per un presepe. In seguito i suoi parenti mi dissero: “lo sapete che quella Mamma cilentana che avete donato al Cardinale la conserva molto gelosamente perché gli ricorda il suo paese natale”. Di conseguenza tutta la sua famiglia mi ordinò dei presepi.”
LP: "Quello che cerco di fare attraverso il mio lavoro è far rivivere quel mondo ai giovani. Nei miei presepi c’è il cilento che si è fermato prima che arrivasse la civiltà tecnologica, industriale, il boom economico. Questo trapela dai visi, dagli abiti, dalla gestualità ma anche dal contesto riproducendo le piante tipiche mediterranee della zona. Fino agli anni 60-70 eravamo un paese di contadini e pescatori, quando è esploso il turismo non eravamo pronti e abbiamo cercato di sfruttarlo dal punto di vista economico ma non dal punto di vista culturale e artistico."